Mario & Luigi Fraternauti alla carica recensione: un fantastico gdr (2025)

Non importa quanto vicina possa essere la fine del suo ciclo vitale, Nintendo Switch sta continuando a ospitare esperienze di livello. Dopo aver accolto, nel giro di pochi mesi, i nuovi capitoli di The Legend of Zelda, Super Mario Party (qui la recensione di Super Mario Party Jamboree) e l'ottimo remake di Paper Mario il Portale Millenario (qui la recensione di Paper Mario il Portale Millenario), l'offerta della console si sta per arricchire con un nuovo Mario & Luigi, componente di un filone di stampo ruolistico da sempre indirizzato alla dimensione portatile, a partire dal Gameboy Advance nel lontano 2003. Abbiamo passato qualche settimana in compagnia di Mario & Luigi: Fraternauti alla Carica, sviscerandone la storia e meravigliandoci di come, anche dopo così tanto tempo, il rapporto tra i due idraulici più famosi appare ancora fresco e delizioso.

Continenti alla deriva

La trama di Mario & Luigi: Fraternauti alla Carica prende il via da un incipit all'apparenza banale ma che si sviluppa in un racconto di ispirazione marinaresca dai tratti quantomeno inusuali rispetto al passato della serie. È un giorno come tanti nel Regno dei Funghi: il sole brilla nel cielo, la Principessa Peach è al sicuro nel suo castello e i due fratelli sono a passeggio nei boschi limitrofi, immersi nella solita, irresistibile atmosfera che caratterizza i titoli dedicati alla mascotte di Nintendo.

Mario & Luigi Fraternauti alla carica recensione: un fantastico gdr (1)

All'improvviso, però, uno strano portale si apre nella volta celeste generando un tifone violaceo che cattura Mario e Luigi e li catapulta in quella che sembra una realtà parallela, lontano dalle terre natie sia in termini di clima che di popolazione: i Toad, le tartarughe e tutti gli altri personaggi che siamo abituati a conoscere lasciano il posto a un'ampia gamma di buffi individui dai lineamenti squadrati tra cui spiccano la simpatica Condina e il suo amico Presus, una bizzarra creatura volante dall'indole fumantina che abbiamo adorato fin dal primo incontro.

Siamo nel continente di Elettria, un vasto arcipelago composto da tante piccole isolette, un tempo collegate all'imponente Centralbero che le riforniva di energia vitale grazie alla speciale linfa che fluiva dalle sue radici. Una misteriosa calamità non meglio specificata, tuttavia, ha distrutto l'albero con conseguenze catastrofiche: il reame è stato completamente lacerato e tutti gli atolli che vivevano in armonia tra loro sotto le fronde del loro maestoso custode sono stati mandati alla deriva tra le onde dell'oceano. Fortunatamente, Condina ha conservato un seme di Centralbero e lo ha piantato sulla famigerata Isola Solcamari, un'oasi pacifica dalle sembianze di un'imbarcazione capace di navigare liberamente tra le acque di questo sconfinato corpo acquatico.

L'obiettivo di Mario e Luigi, chiaramente, sarà quello di sfruttare l'isola per mettersi sulle tracce degli atolli perduti e riconnetterli tra loro in modo da restituire Elettria al suo antico splendore. Perché, dunque, parlavamo di uno sviluppo leggermente differente rispetto agli altri episodi del brand? In primo luogo perché Fraternauti alla Carica non svela da subito tutte le proprie carte: la vera natura della catastrofe, il passato dei suoi abitanti e la stessa identità degli antagonisti della vicenda vengono suggeriti a poco a poco per mezzo dei dialoghi con gli NPC (per altro adattati in italiano sulla base di un registro impregnato di uno spassoso senso dell'umorismo) e delle meravigliose sequenze di intermezzo realizzate col motore di gioco. Ciò si traduce in un intreccio narrativo di buon livello capace di appassionare una platea trasversale per via di un racconto dai toni distesi che, allo stesso tempo, riesce a essere coinvolgente, merito anche del cast di personaggi dipinto con il solito estro creativo che ci si aspetta dalle produzioni della Grande N.

La seconda ragione è il fulcro tematico della narrativa che, questa volta, non si concentra esclusivamente sugli atti di eroismo dei protagonisti: cerca di approfondire il loro solido legame di fratellanza mettendone in risalto l'irriducibile forza dinnanzi alle avversità, non mancando però di sottolineare le differenze caratteriali tra Mario e Luigi.

Laddove Mario tende a impersonare l'archetipo del paladino senza macchia e paura pronto a gettarsi a capofitto tra le fiamme del pericolo, Luigi ne rappresenta una sorta di riflesso speculare, tratteggiato come un individuo più ponderato e assennato nei giudizi, capace di intuizioni geniali e sempre pronto a sacrificarsi per il prossimo. È un dualismo complementare che risulta funzionale al racconto, divertente da seguire e che riverbera anche nella ricetta di gameplay imbastita per l'occasione. Naturalmente, non aspettatevi di trovare in Fraternauti alla Carica un'articolata esegesi sulla psicologia dei personaggi di Mario e Luigi o un racconto capace di raggiungere chissà quali vette espressive. Si tratta comunque di un'avventura pensata per parlare a un pubblico di tutte le età.

Fraternauti alla Carica

Il concetto di fratellanza e le eterogenee attitudini dei due protagonisti ricoprono un ruolo cardine anche sotto il profilo ludico di Mario & Luigi: Fraternauti alla Carica. Sebbene la formula sia rimasta grossomodo quella tradizionale, incardinata sulla filosofia tipica dei giochi di ruolo di stampo nipponico, il titolo si configura come un'interpretazione moderna dei canoni classici, ponendo un accento particolare sulla collaborazione tra i due fratelli sia nel corso della ricognizione dei vari scenari che durante i combattimenti. Partiamo dalla prima, uno degli aspetti ad aver ricevuto la maggior quantità di modifiche rispetto al passato del brand.

Dal momento che l'obiettivo primario del duo è quello di ricollegare le isole che vagano nel mare sconfinato al nuovo Centralbero, una grossa fetta dell'esperienza di Fraternauti alla Carica è costituita dall'individuarle tramite l'apposito Telescoppio (un altro dei deliziosi adattamenti in italiano, derivante dalla sua duplice natura di strumento di osservazione e di cannone) per poi setacciarle a fondo, risolvendone i misteri e sfidando gli avversari che si annidano al loro interno. Per facilitare questo arduo compito, ci viene in aiuto la cosiddetta Carta delle Correnti, che permette all'utenza di tracciare la rotta della nave e decidere in autonomia le prossime missioni da ingaggiare. Quest'ultima è una trovata brillante che garantisce al giocatore una certa libertà di scelta circa l'ordine in cui svolgere gli incarichi principali: capita spesso, infatti, che la storia conduca a un bivio e che venga richiesto di optare per uno dei due percorsi suggeriti. L'impatto di queste scelte sul mondo circostante è pressoché nullo, si tratta semplicemente di anteporre uno stage all'altro, ma è comunque piacevole la sensazione di poter scrivere il nostro personale diario di viaggio all'interno dell'universo di Elettria. I territori visitabili spaziano da piccoli isolotti che ospitano qualche strumento utile o sparuti gruppi di nemici, indicati soprattutto per accumulare preziosi punti esperienza, a vere e proprie cittadine galleggianti dall'ampia estensione che, tra cittadini con cui dialogare, negozi in cui fare acquisti e avversari da sconfiggere, custodiscono anche semplici enigmi da risolvere facendo leva sugli sforzi congiunti dei due idraulici baffuti.

Sebbene il level design appaia per lo più lineare e di facile lettura per tutta la durata della campagna, esistono alcune deviazioni rispetto alla strada maestra che includono sfiziosi segreti e rompicapi davvero intelligenti che, generalmente, basano la propria risoluzione sulle abilità atletiche di Mario e Luigi. Per il resto, l'apparato di movimento attinge a piene mani dall'esperienza pluridecennale nel platforming dei nostri valorosi avventurieri in salopette: chi ha già dimestichezza con i meccanismi ludici della versione tridimensionale dei giochi di Mario, si troverà ben presto a proprio a proprio agio.

Ad arricchire la varietà ci pensano le 'Azioni Fratelli', assegnate allo stick destro del controller, che forniscono agli eroi delle capacità inedite: si va dalla modalità UFO, che permette di coprire in volo brevi distanze in modo da raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili, alla modalità Sfera, che consente di passare attraverso strette fenditure. Non vogliamo dirvi altro su queste graziose novità, che ben si sposano con il sistema di navigazione delle ambientazioni e aggiungono spessore alle già solide dinamiche ereditate dai precedenti capitoli. L'Isola Solcamari, dal canto suo, funge da rifugio centrale a cui tornare dopo aver 'deisolato' ciascuno dei livelli e, oltre a contenere anch'essa diversi segreti da scoprire nel corso dell'avventura, fornisce riparo a molti dei comprimari che incontreremo sul nostro cammino.

Scambiando qualche parola con ciascuno di essi è possibile sbloccare missioni secondarie che possono essere svolte in qualunque momento, alcune delle quali tendono addirittura a scadere se si decide di tirare dritto e seguire unicamente la campagna principale. Ciò che ci ha colpito di queste attività opzionali è che spesso comprendono frammenti narrativi che mirano a fare luce sui trascorsi dei personaggi coinvolti. È una trovata che accresce la sensazione di immersione nell'immaginario di gioco e che incrementa la profondità dell'organismo ludico stabilito dagli sviluppatori. Davvero un ottimo lavoro, in tal senso.

È il mio turno!

Passiamo, dunque, al sistema di combattimento dall'impostazione a turni. Nel corso del viaggio il giocatore potrà imbattersi in una delle tante creature ostili e dovrà decidere se lanciarsi in battaglia o provare ad aggirare l'ostacolo. Va da sé che per ottenere Punti Esperienza utili a salire di livello e potenziare gli attributi dei 'Fraternauti' sarà necessario combattere molto, così da arrivare preparati agli scontri più impegnativi. Una volta entrati in collisione con gli sgherri (c'è anche l'eventualità di compiere assalti preventivi che assicurano un vantaggio all'inizio della lotta), il gioco lancia una schermata tramite cui gestire l'andamento della lotta.

Qui, con una successione alternata tra il giocatore e i suoi antagonisti, si possono eseguire attacchi, azioni per proteggersi dai colpi in arrivo, usare strumenti o scatenare devastanti tecniche speciali. La particolarità della struttura architettata per Fraternauti alla Carica, è la prerogativa di sfruttare i Comandi Azione, ovvero la pressione col giusto tempismo dei tasti relativi all'attacco o alla difesa per moltiplicarne l'efficacia. Ciò significa che, a patto di seguire il ritmo della lotta, Mario e Luigi fanno sfoggio di lunghe combo capaci di annientare rapidamente anche grandi gruppi di nemici oppure schivare agevolmente le mosse dei mostri famelici.

Tornano anche gli Attacchi Fratelli, le mosse più incisive dell'arsenale dei Mario Brothers che, spendendo gli appositi punti PA (assimilabili al mana dei giochi di ruolo), si traducono in potenti tecniche di combattimento capaci di decimare qualsiasi minaccia. Anche sotto questo aspetto, la collaborazione tra i due è fondamentale: le tremende martellate gli atletici volteggi dell'offensiva in salto, le tecniche speciali e l'uso degli strumenti aumentano di efficacia quando entrambi i protagonisti sono in gioco. Che dire, invece, dell'anima spiccatamente ruolistica di questa nuova edizione di Mario & Luigi?

Tramite un menu è possibile tenere d'occhio l'avanzamento dell'avventura, consultare le statistiche dei due eroi e gestire l'equipaggiamento. Storicamente la saga non possiede la libertà nella personalizzazione degli alter-ego che ci si aspetterebbe da un prodotto del genere ma Fraternauti alla Carica tenta di sopperire almeno in parte a questa mancanza con le Spine Sinergiche. Sbloccabili dopo qualche ora di gioco, aprono la strada a una serie di abilità passive in grado persino interagire tra loro, per dare vita a una versione rudimentale delle build da gioco di ruolo.

Qualche esempio? Se prediligete gli attacchi in salto rispetto a quelli col martello potreste optare per equipaggiare la Spina che aggiunge l'effetto esplosivo ad ogni rimbalzo, mentre se volete spostare il vostro focus sul corpo a corpo potreste adottare la Spina che stordisce i nemici colpiti dalle martellate e via dicendo. Le opzioni sono veramente tante e incorporate correttamente nel DNA della saga. Menzione speciale anche per le immancabili boss fight, tutte caratterizzate da ispirazioni artistiche di prim'ordine e impreziosite dalle Intuizioni di Luigi che, in punti casuali della contesa, forniscono l'assist perfetto per esibirsi in manovre devastanti, spesso legate all'interazione con gli ambienti.

Tutto considerato, un risultato egregio. Se dovessimo attribuire un singolo difetto all'offerta, indicheremmo sicuramente il livello di difficoltà, sprovvisto dell'opportuno bilanciamento e sensibilmente tarato verso il basso per l'intero ciclo dell'avventura. Non si tratta di un neo che possa inficiare la godibilità generale del prodotto ma di certo è una criticità che potrebbe diluire la sensazione di coinvolgimento per i più navigati del genere.

L'arte della fratellanza

Uno degli aspetti più riusciti del gioco Nintendo è il suo stile cartoonesco improntato sulla tecnica del cel-shading che, complice una palette cromatica dai colori accesi e intensi, dipinge un quadro veramente gradevole da guardare in movimento. Le animazioni dei personaggi appaiono fluide ed espressive (con conseguenti siparietti comici esilaranti) mentre il comparto sonoro accompagna l'incedere della narrativa con una selezione di splendidi brani orchestrali che si sposano perfettamente con i vari sviluppi della vicenda.

Il tema presente nel menu principale è di quelli capaci di rimanere incastrati nelle sinapsi cerebrali per molto tempo. Tutto questo, unitamente alla solita maestria della Grande N nel delineare universi immaginari di rara bellezza, chiude il cerchio di un prodotto curato sotto ogni punto di vista. Il gioco, pur non presentando scenari di particolare complessità architettonica, a parte alcune eccezioni, gira a 30fps ma capita sporadicamente di assistere a qualche fastidioso rallentamento.

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Author: Delena Feil

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